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Cosa fare in caso di terremoto

Architetto Francesco Pio ACITO
Disaster Manager   MATERA
 
Informazioni di comportamento in caso di terremoto.
Il terremoto è un fenomeno naturale e conseguentemente dobbiamo prepararci all’eventualità che esso avvenga senza farci sorprendere impreparati, tanto più se abitiamo in una area definita storicamente “sismica”.
Cosa fare quando il terremoto non c’è:
- Verificare lo stato di salute della propria casa; una casa in buone condizioni subisce meno danni ed è meno pericolosa di una in cattivo stato di manutenzione.
Informarsi se sono stato fatti gli adeguamenti antisismici (esistono varie leggi che danno contributi ai cittadini per gli adeguamenti, informarsi presso gli Uffici Tecnici dei Comuni!).
- Tenere a mente dove si abita, nel senso di conoscere il proprio quartiere e memorizzare le aree libere vicino casa.
- Informarsi su cosa prevede in caso di terremoto il Piano comunale di Protezione Civile” del proprio paese per il quartiere dove si abita, conoscere dove si trova “l’area di attesa”.
- Informarsi sul posto di lavoro e nelle scuole se esiste un piano di evacuazione.   Chiedere di partecipare al progetto “Scuola sicura”.
- Nei condomini: indire ogni 6 mesi una riunione per verificare le conoscenze di comportamento di ciascun inquilino, chiedere che vengano eliminate le situazioni di pericolo derivanti dagli “aggetti”, dai cornicioni, etc. (non vuol dire: eliminare gli aggetti ed i cornicioni, ma le situazioni precarie!).
 
Per evitare comportamenti che potrebbero aumentare i danni ed i problemi in caso di terremoto è opportuno seguire alcuni semplici consigli.
 
Durante il terremoto:
- Cercare di stare calmi e rimanere dove ci si trova. Coloro che sono a casa si debbono portare vicino ai muri maestri, sotto gli architravi, lontano dalle finestre.
- Evitare assolutamente l’ascensore, e fare attenzione alle scale. Le cose che più facilmente possono causare danni in casa sono: lo scaldabagno, i pensili della cucina, i lampadari, i mobili alti e pesanti.
Evitare di accendere le luci, chiudere il gas. Ripararsi sotto il letto o sotto i tavoli robusti.
- All’esterno le prime cose che cadono sono: i cornicioni in cattive condizioni, i comignoli, le tegole, i vasi dei fiori, i balconi a sbalzo (se mal collegati!), i vetri.
- Se si è in macchina fermarsi ed aspettare che il terremoto cessi (le scosse possono durare da pochi secondi a pochi minuti!)
- Sul posto di lavoro comportarsi come in casa: portarsi sotto le travi o ripararsi sotto banconi o scrivanie; la stessa cosa va fatta a scuola.
- E’ molto pericoloso precipitarsi fuori da dove ci si trova, ma è opportuno uscire al termine delle scosse, con calma!
- Non usare il telefono, le linee potrebbero essere interrotte, quelle attive servono per i soccorsi.
 
Dopo il terremoto:
- Recuperare le cose più necessarie come un maglione, una coperta, una bottiglia d’acqua. Portarsi dietro una torcia elettrica, evitare la tentazione di fare la valigia, prendere la radiolina.
- Chiudere gli interruttori centrali della luce, del gas, dell’acqua.
- Uscire di casa, dal posto di lavoro, da scuola assieme, responsabilizzare subito qualcuno che chiuda la fila!
- Portarsi nelle “aree di attesa” memorizzati e previsti dal Piano comunale di Protezione Civile.
- Evitare di prendere la macchina (anche se la tentazione è forte!), le strade saranno molto probabilmente non praticabili e la vostra auto contribuirà ad aumentare la confusione ed a rallentare i soccorsi!
- E’ consigliabile restare uniti, non farsi vincere dalla tentazione di tornare a casa a prendere qualcosa d’altro (un terremoto è fatto anche di repliche e scosse di assestamento, che possono essere altrettanto pericolose della prima botta !).
- Pazienza! I soccorsi hanno bisogno di un po’ di tempo per la organizzazione.
- Segnalare ai soccorritori solo i casi che hanno particolare urgenza, contribuire al rapido dispiegarsi dei soccorsi non intralciandoli, mettere a disposizione dei responsabili dei soccorsi le proprie competenze e specializzazioni, evitare la diffusione di notizie non verificate.
 



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